Messaggio
“La nascita – ogni nascita, non solo quella di Gesù – è questione di accoglienza. Ciascuno di noi entra nel mondo da estraneo e ne diviene parte soltanto grazie all’accoglienza che riceve da chi lo ha generato e da chi gli sta attorno e gli vuol bene. Ed è poi sempre così”. Lo ha scritto il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, nel messaggio diffuso in occasione delle festività natalizie.
“Abitare, accogliere, diventare figli: sono i tre verbi con cui desidero formulare l’augurio (vorrei anche dire l’invito) natalizio”, spiega il vescovo, ricordando che “Gesù non è giunto a noi come un turista e neppure come un occupante. È arrivato come uno straniero, perché la sua patria era altrove: il grembo del Padre, dove fin dall’eternità è stato generato e dal quale non si allontanerà mai”. “È giunto senza permesso di soggiorno”, prosegue mons. Semeraro: “Lo ha fatto chiedere, anzi, a una donna di un angolo sperduto del mondo. Giunge a noi come estraneo e i suoi non lo hanno accolto. Ecco la storia”. “Prima che di una felice intimità, Natale è il dramma di un respingimento”, osserva il vescovo, richiamando il “non c’era posto nell’alloggio!” del Vangelo di Luca. “Alcune persone, tuttavia, lo hanno accolto Gesù: Maria e Giuseppe (due sposi che si vogliono bene), dei pastori di Betlemme (fra gli scartati dell’epoca, che perciò conoscono il rifiuto) e alcuni Saggi giunti da Oriente (i quali intuiscono la furbizia del potente di turno e cambiano rotta)”, evidenzia mons. Semerano, per il quale “il mistero che si realizza per quanti accolgono Gesù Salvatore – generati non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio – è un po’ una sorta di specchio per ciò che si avvera in chiunque accoglie chi giunge d’altrove”. “Anche nella nostra dimensione terrena, quando si accoglie si diventa figli; almeno uomini, diciamo. Auguri – conclude il vescovo – per il Santo Natale e per il nuovo anno. Perché ci veda diventare più umani”.