Messaggio

Natale: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), “oggi tutti abbiamo la possibilità di promuovere la pace o di avvelenarla”

“Natale ci dice: Dio stesso vuole incontrarci come persone, nel Bambino di Betlemme, nelle parole e nei gesti di Gesù di Nazareth, nell’uomo crocifisso sul Golgota”. Lo scrive il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, nel suo messaggio natalizio. “Dio si fa uomo, affinché gli uomini si possano incontrare e accettare come persone, affinché noi si rimanga umani – sottolinea mons. Muser -. Di questa umanità, per la quale Dio stesso si è deciso tramite l’incarnazione di Gesù, fa parte anche la disponibilità ad imparare e a praticare la pace”. Una pace che deve partire dalla realtà in cui viviamo. “Cosa significa – si chiede il presule – volere la pace in Alto Adige, impararla e praticarla? Sappiamo gestire la nostra vita e convivenza come persone di pace, ossia non guardando all’indietro ma con una prospettiva comune rivolta in avanti?”. Solo “con il dialogo e nell’ascolto attento e reciproco si possono chiamare per nome e curare le ferite procurate e ancora aperte – la risposta -. Provocare e screditare l’altro non ci fa compiere passi avanti. Quanto è stato raggiunto ed elaborato assieme non può essere messo a rischio gettando inutilmente e polemicamente benzina sul fuoco”. Di qui l’auspicio che “ci venga donata la volontà di lavorare con decisione per l’unità nella diversità, in questa nostra terra e in un’Europa comune, dove si incontrano e si arricchiscono reciprocamente culture, lingue e confessioni religiose differenti”. Mons. Muser auspica una convivenza “improntata sulla ferma intenzione di imparare dalla storia dolorosa del XX secolo, che ha ferito e segnato anche l’Alto Adige attraverso due guerre mondiali, due sistemi dittatoriali e attraverso le ‘sciagurate Opzioni’”. “Oggi – aggiunge – abbiamo bisogno di segni concreti, capaci di unire e riconciliare, segni che ci aiutino a conoscere assieme la storia, a raccontare, a interpretare e a perdonare. Oggi tutti noi abbiamo la possibilità, giorno per giorno, con il nostro pensare, parlare e agire, di promuovere la pace o invece di avvelenarla”.