Lettera
“Perdonateci se non siamo stati capaci di offrirvi prospettive di futuro. Forse siamo stati un po’ troppo spettatori di fronte alla desertificazione dei nostri comuni”. Lo scrive il vescovo di Cefalù, mons. Giuseppe Marciante, in una lettera indirizzata ai giovani emigrati dal territorio diocesano. “Per un ‘pezzo di pane’ che vi garantisca vita e futuro avete lasciato tutto. Con lucido coraggio avete vissuto e continuate a vivere l’esperienza dello sradicamento e del trapianto in ambienti nuovi e diversi. Vivete esperienze che sicuramente danno ‘luce’ ai vostri sogni, per molti meritata e gratificante realizzazione di anni di studio – aggiunge il presule -. Sono certo che queste fughe quasi obbligate hanno comportato anche lacrime amare”. Conseguenza di aver “lasciato affetti”, amici e “luoghi cari”. Ricordando coloro che per le festività natalizie non sono potuti tornare a casa, mons. Marciante si sofferma sulle ragioni. “Qualcuno è stato impedito dai prezzi da capogiro dei biglietti aerei, soprattutto per chi dal Nord si sposta verso Sud. Strategie alle quali faccio enorme fatica a dare delle risposte ma che non possiamo tollerare nel silenzio”. Dal vescovo un appello ai giovani e a tutti gli emigrati.”Aiutateci, adesso, voi che avete vissuto sulla vostra pelle la Via Crucis dell’esodo, a trovare vie e soluzioni che riescano a offrire prospettive di futuro per le nuove generazioni. Parlateci di voi, delle vostre esperienze di lavoro, dell’humus di cui bisogna nutrirsi per far germogliare semi spendibili sul terreno del nostro territorio e renderlo ancora più fertile”. Infine, la speranza del vescovo: “Mi piacerebbe incontrarvi tutti, possibilmente durante il periodo estivo, per poter dare inizio a un cammino sinodale e solidale che ci veda coinvolti, vicini gli uni agli altri, per annullare le distanze geografiche che ci separano e diventare i protagonisti di una feconda condivisione di idee, proposte e riflessioni capaci di far rifiorire questo nostro amato angolo di Sicilia. Iniziamo un dialogo”.