Vespri
“Buttarci nella mischia” e “superare le vecchie logiche di contrapposizione”. È quanto chiede il Papa alla Chiesa di Roma, nei vespri che precedono il tradizionale “Te deum” di ringraziamento per l’anno che sta per concludersi. “Il Signore cosa chiede alla Chiesa di Roma?”, si è domandato Francesco: “Ci affida la sua Parola e ci spinge a buttarci nella mischia, a coinvolgerci nell’incontro e nella relazione con gli abitanti della città perché il suo messaggio corra veloce”. “Siamo chiamati a incontrare gli altri e metterci in ascolto della loro esistenza, del loro grido di aiuto”, la consegna del Papa, secondo il quale “l’ascolto è già un atto d’amore! Avere tempo per gli altri, dialogare, riconoscere con uno sguardo contemplativo la presenza e l’azione di Dio nelle loro esistenze, testimoniare con i fatti più che con le parole la vita nuova del Vangelo, è davvero un servizio d’amore che cambia la realtà”. “Così facendo, nella città e anche nella Chiesa circola aria nuova, voglia di rimettersi in cammino, di superare le vecchie logiche di contrapposizione e gli steccati, per collaborare insieme, edificando una città più giusta e fraterna”, ha assicurato il Santo Padre: “Non dobbiamo aver paura o sentirci inadeguati per una missione così importante. Ricordiamolo: Dio non ci sceglie a motivo della nostra ‘bravura’, ma proprio perché siamo e ci sentiamo piccoli. Lo ringraziamo per la sua Grazia che ci ha sostenuto in questo anno e con gioia eleviamo a Lui il canto della lode”. Al termine della celebrazione, Papa Francesco si reca in visita al presepio allestito in piazza San Pietro.