Mamme in difficoltà
Sono 24mila in 25 anni. Molti di loro ormai giovani adulti. Sono i bambini nati grazie al Progetto Gemma, un servizio per l’adozione prenatale a distanza di mamme in difficoltà tentate di non accogliere il proprio bambino, che quest’anno ha compiuto 25 anni. Creato nel 1994 dal Movimento per la vita (Mpv) e sviluppato attraverso la Fondazione Vita nova, Progetto Gemma ruota intorno all’idea – rivelatasi vincente – di offrire ad una mamma in difficoltà un sostegno economico per consentirle di portare a termine con serenità il periodo di gestazione, accompagnandola nel primo anno di vita del bambino. Un modo per collaborare con gli oltre 340 Centri di aiuto alla vita (Cav) che offrono in tutta Italia accoglienza e sostegno alle maternità più contrastate. Il funzionamento è semplice: un singolo, un gruppo di persone, un’associazione – ma vi sono anche alcuni enti locali – assumono l’impegno di sostenere una mamma nei sei mesi precedenti la nascita del bambino e nei dodici mesi successivi, versando 160 euro al mese, per un totale di 2.880 euro. Un’adozione simbolica che crea legami perché chi si fa carico di queste mamme, se esse lo consentono, può avere notizie dei bambini nati e seguirne la crescita. “Quante vite umane avete salvato dalla morte!” aveva scritto il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti nel messaggio agli oltre 500 volontari che nello scorso novembre hanno partecipato a Montesilvano (Pescara) al 39° Convegno nazionale di Mpv, Cav e Case di accoglienza nel corso del quale è stato ricordato anche il 25° del progetto. “Rendete un importante servizio alla società – aveva proseguito – perché la vita umana costituisce il valore essenziale, per la cui tutela e promozione la società esiste e si articola nelle sue strutture”. “Le donne destinatarie dell’adozione prenatale sono metà straniere e metà italiane”, spiegano dalla Fondazione Vita nova. In questi ultimi anni la media delle “adozioni” si aggira sulle 400-500 l’anno. In occasione del 25° di Progetto Gemma è stato istituito un Fondo speciale per intervenire con aiuti straordinari e una tantum alle mamme in casi d’emergenza quali un’improvvisa perdita del lavoro o uno sfratto.