Catechesi
Oltre all’amore umano, “esiste un altro amore”, quello del Padre “che è nei cieli”, e “nessuno deve dubitare di essere destinatario di questo amore”. Lo ha garantito il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, a braccio, ha ricordato che Dio “ci ama, mi ama, possiamo dire”. “Se anche nostro padre e nostra madre non ci avessero amato – un’ipotesi storica – c’è un Dio nei cieli che ci ama come nessuno su questa terra ha mai fatto e potrà mai fare”, ha affermato Francesco per spiegare che “l’amore di Dio è costante, sempre”. Poi la citazione di Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato”. “Oggi è di moda il tatuaggio”, ha commentato a braccio il Papa: “sulle palme delle tue mani ti ho disegnato, ti ho fatto un tatuaggio nelle mani, io sono nelle mani di Dio, e non posso toglierlo”. “L’amore di Dio è come l’amore di una madre, che non può mai dimenticarsi di suo figlio”, ha proseguito Francesco ancora a braccio: “Questo è l’amore perfetto: così siamo amati da lui. Se anche tutti i nostri amori terreni si sgretolassero, e non ci restasse in mano altro che polvere, c’è sempre per tutti noi, ardente, l’amore unico e fedele di Dio”. “Nella fame d’amore che tutti sentiamo, non cerchiamo qualcosa che non esiste”, il monito del Papa: “essa è invece l’invito a conoscere Dio che è padre”. La conversione di Sant’Agostino, per Francesco, “è transitata per questo crinale: il giovane e brillante retore cercava semplicemente tra le creature qualcosa che nessuna creatura gli poteva dare, finché un giorno ebbe il coraggio di alzare lo sguardo. E in quel giorno conobbe Dio. Dio che ama”. L’espressione “nei cieli”, ha precisato il Papa, “non vuole esprimere una lontananza, ma una diversità radicale di amore, un’altra dimensione di amore: un amore instancabile, un amore che sempre rimarrà, che sempre è nella mano. Basta dire ‘Padre Nostro che sei nei cieli’, e questo amore viene”. “Nessuno di noi è solo”, ha concluso Francesco: “Se anche per sventura il tuo padre terreno si fosse dimenticato di te, e tu fossi in rancore con lui, non ti è negata l’esperienza fondamentale della fede cristiana: quella di sapere che sei figlio amatissimo di Dio, e che non c’è niente nella vita che possa spegnere il suo amore appassionato per te”.