Cerimonia
“Carlo non rinunciò alle bellezze di una vita ricca di stupore per le meraviglie della natura, fino all’ebbrezza della più moderna tecnologia informatica. Ma immise in tutto questo il sapore del Vangelo, centrando la sua vita sull’Eucaristia, la sua autostrada per il cielo”. Lo ha detto il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, durante la cerimonia per la sepoltura del corpo del venerabile Carlo Acutis nel Santuario della Spogliazione, sabato scorso, al termine di un corteo partito dalla cattedrale di San Rufino. “Additato pochi giorni fa dal Papa come esempio di santità dell’era internet, anche lui lascia ai giovani del nostro tempo un segreto di vita nuova: la scelta di Dio che non ammette compromessi. Spogliazione completa. Fatta non con gesti clamorosi, ma nell’intimo del cuore”, ha aggiunto il presule. Il vescovo ha poi ricordato che “il tempo in cui egli ha vissuto il suo breve ma luminoso tragitto terreno è quello di internet”. “Egli fu, come tanti giovani del nostro tempo, un ‘nativo digitale’ – ha aggiunto -. Il mondo digitale fu il suo modo, non esclusivo e non fanatico, ma certamente appassionato, di comunicare. E se ne servì per comunicare il bene. Per additare la meraviglia eucaristica. Per costruire nel mondo del web la rete del bene”. Nelle parole di mons. Sorrentino un parallelismo tra Carlo e Francesco: “Siamo qui a deporre le sue spoglie mortali in questo Santuario, perché la sua luce si incontri e quasi si fonda con quella che otto secoli fa brillò in Francesco e fa di Assisi una città speciale”. “Francesco e Carlo, ormai indissolubilmente uniti. Insieme cantori della vita e del bene. Insieme trascinatori di giovani e testimoni del Vangelo”. Al termine della messa il corpo di Carlo Acutis è stato deposto in un monumento sepolcrale nella navata destra del Santuario della Spogliazione, dove centinaia di fedeli presenti hanno iniziato a rendere omaggio al giovane venerabile. Prima della sepoltura è stato letto il verbale della traslazione e della tumulazione, poi firmato e sigillato e inserito all’interno del sepolcro per testimoniarne l’ufficialità.