#ComunitàConvergenti

Comunicazione: Marchetti, “il virtuale è reale, molto più di quanto noi stessi crediamo”

(da Assisi) “Il virtuale è reale, molto più di quanto noi stessi crediamo”. Lo ha detto Rita Marchetti, ricercatrice dell’Università di Perugia e vicepresidente di Weca (Web cattolici), che nella seconda giornata del Convegno Cei #ComunitàConvergenti ha riportato i risultati delle sue ricerche sul rapporto tra la Chiesa e Internet, partendo da un’obiezione molto frequente nelle nostre parrocchie e riferita ai sacerdoti: “Più stanno sui social, meno stanno con le anime”. I risultati delle interviste fatte a 1.500 sacerdoti, già tra il 2007 e il 2008, evidenziano invece che per i preti “virtuale e reale si sovrappongono”, e che “la maggior parte delle persone che i sacerdoti raggiungono tramite Internet sono proprio i parrocchiani”. Stesso risultato riscontrato nel 2010, quando tra gli “amici” di un parroco in rete il gruppo più numeroso è quello dei parrocchiani, seguito dai parrocchiani della parrocchie precedenti e da persone conosciute di persona. Discorso analogo per i seminaristi. “Consolidamento, mantenimento, avvicinamento e ampliamento” delle proprie relazioni, l’obiettivo delle amicizie in rete, che “non è un ripiego ma uno scambio continuo tra l’on line e l’off line”, ha commentato Marchetti. “Sappiamo che il virtuale è reale, perché lo utilizziamo tutti i giorni, ma facciamo fatica a capire una realtà che cambia molto velocemente sotto i nostri occhi”, ha affermato la relatrice, facendo notare che “il rapporto tra la religione e il web è un tema molto dibattito a libello internazionale, sopratutto negli Stati Uniti e nel Nord Europa”. Dagli studi di Heidi B. Campbell, ad esempio, emergono tre tipologie di sacerdoti: “i portavoci digitali, che utilizzano il web per raggiungere persone che altrimenti non potrebbero raggiungere; gli strateghi digitali, per i quali l’on line e l’off line sono connessi ed i social network dovrebbero essere parte integranti della pastorale; e gli imprenditori digitali, per i quali i confini tra on line e off line sono molto sfumati”. Da una ricerca triennale, in via di ultimazione, sulla copertura giornalistica della Chiesa da parte della carta stampata e delle testate on line, risulta che, dopo il Papa, gli attori più presenti sono proprio i sacerdoti, che “stanno sui social e diventano una fonte giornalistica”, ha anticipato Marchetti.