Convegno
“La legge n. 219 sul fine vita è incardinata intorno alla relazione di cura tra medico e paziente e non si può chiedere a questa legge di introdurre una pratica, come l’eutanasia, che è agli antipodi, da millenni, sin dal giuramento di Ippocrate, con la missione e la professionalità di ciascun medico”. Lo ha affermato stamane Alberto Gambino, giurista, Prorettore dell’Università Europea di Roma e presidente di Scienza e vita, nel convegno odierno organizzato dal Csm, al quale hanno partecipato autorità della magistratura ed esperti. “Del resto – ha concluso Gambino – il caso che ha dato origine alla ordinanza della Corte che ora reclama l’introduzione in Italia dell’eutanasia, non era un caso di fine vita ma di vero e proprio suicidio assistito, che, come ovvio, non può coinvolgere la categoria dei medici, che curano e non somministrano farmaci letali”.