Seminario Cei

Educazione: Lancini (psicoterapeuta), “vera emergenza sono bambini adultizzati e adolescenti infantilizzati. Servono adulti autorevoli”. No a “sovranismo psichico”

Oggi “nella società dell’immagine del narcisismo, Internet è un nuovo ambiente di comunicazione, relazione, scambio”, mentre nella famiglia dove entrambi i genitori lavorano, il padre rischia di essere “simbolico” e la madre “virtuale”. Manca il contatto corporeo: genitori e figli sono spesso distanti ma mai “soli”. Esordisce così Matteo Lancini, psicoterapeuta, presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano, intervenuto al seminario di studio “Crescere nella Babele dei messaggi ‘educativi’”, promosso questa mattina a Roma, presso la sede della Cei, dalla Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, in collaborazione con alcuni Uffici nazionali. Nell’educazione odierna, spiega l’esperto, vengono sostenute espressività, creatività, intenzionalità, scompare il “prima il dovere poi il piacere”. Viene sostenuta la socializzazione precoce e i bambini sono fotografati, ripresi e immortalati da sempre. Non c’è quindi da meravigliarsi se poi, a 11-12 anni, sono video o smartphone dipendenti: “Questa – chiosa– è l’unica dipendenza indotta dagli adulti”. Lancini si sofferma sulla scomparsa di “giochi e battaglie di strada” necessari a sperimentarsi e a crescere a favore di videogiochi e sfide virtuali e sottolinea la difficoltà di costruire un’alleanza scuola–famiglia: “Oggi genitori e insegnanti hanno molti più competitor perché i bambini hanno molti più modelli di identificazione”. Assistiamo inoltre ad una “pornografizzazione della società: le nuove generazioni non solo hanno accesso a contenuti porno, hanno una difficoltà sempre più evidente a tracciare un confine tra un’esperienza intima da vivere in privato o da condividere in pubblico”. “Bambini adultizzati, adolescenti infantilizzati, adulti adolescentizzati: questa – avverte il relatore – la vera emergenza educativa”.  Abbiamo bisogno di adulti autorevoli: la loro relazione e il loro sguardo di ritorno sono fondamentali per gli adolescenti. Di qui alcune indicazioni ai genitori: “Rinunciare all’iperinvestimento su di sé e sul proprio figlio, al sovranismo psichico; non mortificare ma educare al fallimento l’adolescente fragile, il fallimento fa parte del processo di crescita; aiutare a tollerare il dolore della crescita; contrastare l’individualismo imperante; identificarsi con le ragioni del più debole”.