Inclusione sociale

Diocesi: Caritas Udine, un centinaio le persone senza fissa dimora o emarginate accolte lo scorso anno al “Fogolâr”

Sono 98 le persone senza fissa dimora o in grave marginalità sociale che, nella città di Udine nel corso del 2018, hanno bussato alla porta del “Fogolâr”, la struttura di accoglienza notturna di via Pracchiuso, gestita dal Centro Caritas dell’arcidiocesi di Udine, in convenzione con l’Uti Friuli Centrale. Si è trattato in particolare di 39 cittadini italiani (35 uomini 4 donne), pari al 40%, e 59 cittadini stranieri (48 uomini, 11 donne), pari al 60%. Un terzo di loro ha dichiarato di vivere abitualmente in strada o in ripari di fortuna. È quanto emerge dalla relazione annuale pubblicata quest’oggi a Udine. “Non si tratta di un semplice asilo notturno – spiega Manuela Celotti, referente dell’Osservatorio povertà della Caritas diocesana –, ma di un luogo in cui la prima accoglienza consente di avviare la costruzione di percorsi di accompagnamento e di integrazione sociale”. “Per ogni persona accolta c’è dunque un progetto individuale reso possibile dal fatto che – prosegue Celotti – sempre di più il ‘Fogolâr’ lavora in sinergia e collaborazione con la mensa dei poveri ‘La gracie di Diu’ (dov’è stato istituito un centro d’ascolto), con il centro d’ascolto diocesano, con il dormitorio ‘Emergenza freddo’, con l’équipe di strada ed anche con l’Opera diocesana Betania”. Il “Fogolâr” accoglie infatti persone gravemente povere e gravemente emarginate. “La mancanza di lavoro – si legge nel rapporto – genera la mancanza di reddito, da cui derivano la perdita della casa e la vita in strada oppure, nel caso degli stranieri da poco in Italia, l’impossibilità di trovare un’autonomia economica ed abitativa”.