Discorso alla città
“La nostra città e il suo territorio continuano ad essere travagliati dalla crisi anche se non mancano segnali di ripresa o di mantenimento di posizioni di qualità nel mondo industriale, dei servizi e del commercio, della cultura e della innovazione. Abbiamo ben capito, ormai, che al declino economico e produttivo si è aggiunto e sovrapposto un declino sociale. Ci siamo accorti che ‘poveri’ lo stiamo diventando tutti: poveri di umanità e di valori etici e civili, poveri di disponibilità all’accoglienza, ma anche poveri di opportunità per migliorare le nostre condizioni di esistenza”. Lo ha detto oggi mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, in occasione dell’omelia della messa nella festa di San Giovanni, tradizionalmente chiamato “Discorso alla Città”. “Se continuiamo a pensare ad uscire dalla crisi solo in termini economici, di benessere materiale – ha avvertito Nosiglia –, siamo avviati lungo una strada che è un vicolo cieco. Proprio i passati decenni ci stanno insegnando, oggi, che la vera ‘crescita’ di ogni società come di ogni persona ha bisogno di essere integrale, per essere autentica. C’è un progresso che porta con sé inquinamenti e malattie; così come c’è uno squilibro eccessivo nella distribuzione dei beni terreni, che genera invidia, competizione, conflitti”. Pertanto, per l’arcivescovo di Torino è necessario “andare al cuore della vita della città. Cuore che batte nel petto di ogni persona che, per vivere, ha scelto Torino o che semplicemente ci si è trovata o ancora che ha dovuto accettarla”.