Assistenza ospedaliera

Solidarietà: dal Brasile al Veneto per curare il figlio Enzo, “’La Nostra Famiglia’ è il nostro porto sicuro”

Lauren e Umberto sono i genitori di Enzo, nato prematuro con paralisi cerebrale infantile. Dal Brasile, dove vivono, sono arrivati in Veneto, a Conegliano, per far curare e assistere il loro bambino da “La Nostra Famiglia”. “È il nostro porto sicuro, non solo per quello che offre ad Enzo, ma anche per quello che sta offrendo a noi genitori”, hanno raccontato ieri in occasione dell’incontro per la presentazione del bilancio di missione 2018. “Qui – proseguono i genitori di Enzo – il lavoro di squadra fa tutta la differenza, tutti remiamo nella stessa direzione: medici, infermieri, terapisti, insegnanti, operatori, assistenti e noi genitori, che ci sentiamo meno soli e abbiamo tante occasioni di condividere le nostre preoccupazioni”. Enzo è uno dei tanti pazienti che hanno ricevuto in questi mesi cure e assistenza a “La Nostra Famiglia”. “Per quanto riguarda l’attività riabilitativa, abbiamo accolto 29.455 bambini e ragazzi nelle nostre 28 sedi, mentre sono stati 4.473 i piccoli e i giovani ricoverati presso i reparti ospedalieri per malattie e disturbi del sistema nervoso, del neurosviluppo o dell’apparato muscolo scheletrico”, ha rilevato il direttore generale Marcello Belotti, sottolineando come i 2.471 operatori, grazie ad elevati livelli di professionalità e umanità, garantiscono una presa in carico globale del bambino e della sua famiglia. La ricerca, affidata all’Istituto scientifico Eugenio Medea, ha visto nel 2018 l’attuazione di 123 progetti, i cui risultati sono stati oggetto di 135 pubblicazioni su riviste indicizzate, con una partecipazione dell’Istituto alle maggiori reti internazionali. Per quanto riguarda la gestione, in un contesto di crisi come quello che ha caratterizzato questi ultimi anni che continua a registrare una diminuzione delle risorse messe a disposizione del sistema sanitario e socio sanitario, l’associazione “è chiamata ad affrontare la sfida di contemperare scientificità, appropriatezza e prossimità, secondo il modello della presa in carico globale e della continuità assistenziale, con la sostenibilità, come capacità di proiettarsi nel futuro”, sottolinea Belotti.