Ambiente
“Il Governo Bolsonaro vuole attaccare le organizzazioni non governative, ma soprattutto cerca di attaccare la Chiesa dentro al tema del conflitto agrario”. Lo sostiene Márcia Oliveira, docente di Sociologia all’Università Federale di Roraima (Ufrr), componente della Giunta della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) e perito in vista dell’imminente Sinodo dell’Amazzonia, interpellata dal Sir sugli incendi che stanno distruggendo vaste zone della foresta amazzonica. “Bolsonaro – prosegue la docente – cerca molte volte di attaccare alcuni organismi come la Commissione pastorale della terra (Cpt) e del Consiglio indigenista missionario (Cimi), entrambi collegati alla Chiesa brasiliana. Sono due importanti istituzioni che difendono i popoli dell’Amazzonia. Bolsonaro, con le sue dichiarazioni, cerca di tirarsi fuori e al tempo stesso di coinvolgere proprio chi lavora in difesa dell’Amazzonia. È grave che il Governo non voglia responsabilizzare le sue istituzioni e cerchi di rovesciare la colpa sulla Chiesa che difende la popolazione e sulle organizzazioni sociali, che sono invece contro il piano di distruzione della foresta. Mi sembra una strategia molto codarda”. La conclusione della sociologa è che “la Repam ha una posizione chiara, assieme ai vescovi latinoamericani del Celam, a fianco della popolazione che vive in questa regione e contro il piano di distruzione della foresta amazzonica”. “Abbiamo una posizione molto forte contro il Governo e contro gli interessi imprenditoriali, che causano il fuoco e danneggiano non solo gli alberi, ma tutte le forme di vita della foresta. Inoltre, la Repam è contro il piano di saccheggio della foresta a favore delle monoculture di soia e mais e degli allevamenti”.