Saluto

Perdonanza celestiniana: card. Petrocchi (L’Aquila), “è anche anima della ricostruzione” che richiede “solidarietà, condivisione, anticorpi etici”

“La Perdonanza è esperienza di conversione e di rinnovamento spirituale: scelta, radicata nella grazia, di vivere secondo il Vangelo. Tale ‘decisione’ fondamentale consente di contribuire alla edificazione della Città di Dio e della Città dell’uomo: l’una ‘con’ l’altra e l’una ‘per’ l’altra. Esordisce così, questa sera, il cardinale arcivescovo metropolita de L’Aquila Giuseppe Petrocchi, nel suo saluto all’apertura della 725^ Perdonanza celestiniana davanti alla basilica di Santa Maria di Collemaggio. Il presule si sofferma quindi sul tema della ricostruzione, attivata dopo il sisma del 2009, di cui ricorre il 10° anniversario e invita a “prendere Celestino V come maestro e compagno di viaggio” ricordando che anche alla sua epoca L’Aquila era “una città cantiere”. “Per ricostruire bene – l’esortazione di Petrocchi – occorre, alla scuola di Celestino V, promuovere la cultura della convergenza solidale e della condivisione, che presuppongono la logica del perdono e la disponibilità a progettare un futuro fraterno, abitato dall’amicizia e dalla speranza. La consapevolezza dell’ ‘ancora da fare’ non deve togliere la soddisfazione del ‘già fatto’. Mai dimenticare che la prima risorsa dell’Aquila sono gli Aquilani, se sanno essere uniti”.  Di qui l’invito ad aprire i “cantieri della concordia”, sostenuti da “coraggiose e perseveranti idealità: religiose, politiche e culturali”. La ricostruzione ha bisogno di “mani”,  che però devono rinviare alla “mente”. Entrambi, il monito del presule, esigono un “cuore pulsante: senza l’amore incondizionato per la Città, abbracciata nella sua interezza; senza la passione per il bene comune; senza la tensione a fissare gli sguardi verso la stessa meta, la ricostruzione sarebbe un’avventura che nasce ‘malata’ e si sviluppa in modo deviante. Una ricostruzione ‘sana”’e destinata a diventare sempre più feconda richiede forti “anticorpi” etici; capacità di coesione, lungimiranti e produttive; e grandi energie, profetiche e creative. Per questo l’Anima della Perdonanza è anche l’Anima della ricostruzione!