Verso il Sinodo

Per mille strade/Abruzzo e Molise. Camminare con la speranza di tornare a casa certi di non essere soli nella loro esperienza di fede

Anche i giovani delle diocesi di Abruzzo e Molise pronti ad iniziare il cammino “Per mille strade” che li accompagnerà 11 e 12 agosto a Roma per incontrare Papa Francesco. Saranno circa 500 a confluire a Circo Massimo sabato e in piazza San Pietro domenica, dopo essersi radunati il 10 agosto nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso, gli abruzzesi, e nel Santuario della Madonna Addolorata di Castelpetroso, i molisani. Un cammino che, tenendo conto della vastità del territorio regionale e delle diverse esigenze dei giovani, toccherà i luoghi più significativi della fede e della devozione popolare, oltre che quelli della memoria, come nel caso di Onna, il paese distrutto dal terremoto del 2009.

Come per le altre regioni d’Italia, anche i giovani di Abruzzo e Molise hanno pronti zaino e tutto l’occorrente per imboccare il cammino di “Per mille strade” che li accompagnerà 11 e 12 agosto 2018 a Roma ad incontrare Papa Francesco.

Un territorio abbastanza vasto e variegato che rende difficile dare dei numeri precisi dei partecipanti che, secondo le stime di don Nicola Florio e don Andrea Manzone responsabili della Pastorale Giovanile Abruzzo-Molise, potrebbero essere stimabili in 500 giovani circa.

“Tenendo conto della vastità del nostro territorio regionale e delle diverse esigenze dei giovani, ogni diocesi ha organizzato un proprio pellegrinaggio, toccando i luoghi più significativi della fede e della devozione popolare”, le parole dei due responsabili regionali che pongono l’accento sull’ultima tappa molto significativa prima della partenza per Roma, che il 10 agosto prossimo vedrà i giovani del Molise ritrovarsi nel Santuario della Madonna Addolorata di Castelpetroso (IS), mentre i giovani dell’Abruzzo riuniti nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso (TE).

“Gabriele dell’Addolorata è un santo abruzzese di adozione, visto che è originario dell’Umbria, ma ormai da più di cento anni è nel cuore di ogni abruzzese”, dichiarano don Florio e don Manzone attenti a evidenziare il tratto distintivo del santo patrono dell’Abruzzo e della Gioventù cattolica italiana, cioè il sorriso e la sua dedizione totale alle scelte intraprese che, anche in virtù dei numerosi miracoli a lui attribuiti, lo pongono al centro delle raccomandazioni dei giovani abruzzesi che, ogni anno, si incontrano numerosi nel santuario ai 100 giorni dagli esami di maturità per la consueta benedizione delle penne, “Attratto dagli spettacoli del mondo, Gabriele (al secolo Francesco Possenti) sceglie con gioia un ‘di più’, il di più: Gesù Cristo”.

Un cammino verso Roma nel quale non si può dimenticare i terremoti che hanno segnato questo territorio negli anni trascorsi, proprio per questo motivo i giovani delle diocesi di Avezzano, Sulmona-Valva e L’Aquila partiranno il 7 agosto da Avezzano passando per alcuni luoghi di spiritualità e simbolo della zona come la basilica di Collemaggio, il Gran Sasso, Campo Imperatore, Casale San Nicola e Onna, il paese distrutto dal terremoto 2009.

La diocesi di Chieti-Vasto propone invece un itinerario che toccherà il Santuario Santa Maria dei Miracoli in Casalbordino (CH), l’eremo di Santo Spirito a Maiella in Roccamorice (PE) e la basilica del Volto Santo in Manoppello (PE).

Dalla diocesi di Pescara-Penne invece 90 giovani, assieme a mons. Tommaso Valentinetti, partiranno il 30 luglio per un pellegrinaggio in Terra Santa e rientreranno il 6 agosto dopo aver incontrato i giovani di Betlemme.

Le diocesi del Trivento e di Campobasso-Boiano, hanno organizzato dal 4 al 6 agosto un pellegrinaggio spirituale nella Basilica di Castelpetroso, e dall’8 al 10 agosto un pellegrinaggio a piedi che toccherà Campobasso, Boiano, Santa Maria del Molise, Sant’Angelo in grotte, Guasto di Castelpetroso e la Basilica di Castelpetroso.

Il percorso stabilito dalla diocesi di Isernia-Venafro, tra l’8 e il 9 agosto, porterà i giovani nel Santuario Diocesano di Santa Maria della Pace e nel Santuario dei Santi Cosma e Damiano.

“Da questo cammino di avvicinamento ci aspettiamo sicuramente una forte esperienza di socializzazione, che è più facile quando si condividono gioie e fatiche. Raccontandosi il proprio vissuto, al di là di uno smartphone, un giovane diventa per l’altro motivo di evangelizzazione”, le parole di don Florio e don Manzone che evincono il valore umano fondamentale del pellegrinaggio, ritenuto da sempre una componente fondamentale nella storia del cristianesimo “una delle speranze è che questi tornino a casa pensando di non essere soli nella loro esperienza di fede”.

Una speranza che accomuna tutta la Chiesa che, per bocca di Papa Francesco, vuole un dialogo serio con tutti i giovani, “I giovani certamente chiedono alla Chiesa coerenza con il vangelo che ella professa. Prima di un insegnamento morale, i giovani desiderano che coloro che si dicono cristiani lo siano davvero!”, dichiarano i due rappresentanti della Pastorale giovanile di Abruzzo e Molise, “ La Chiesa, da parte sua, ama dei giovani una caratteristica che è loro propria: il coraggio di scelte radicali e totali. La sequela di Gesù non ammette mezze misure, proprio come i giovani”.

Con gli occhi rivolti al Sinodo di ottobre, don Nicola Florio e don Andrea Manzone confessano di aspettarsi una Chiesa che si mostri come una famiglia accumunata da un’unica fede, che dialoga e cammina con i giovani nei confronti dei quali ci deve essere una rinnovata attenzione delle loro necessità.

Soprattutto in un momento nel quale il numero di giovani in generale sta diminuendo e, forse per diverse cause sociologiche o storiche, anche nelle parrocchie e nelle diocesi , “È certo che la liturgia o la catechesi nonché le stesse dinamiche ecclesiali si configurano lontane da un certo mondo giovanile, affamato di velocità, superficialità e di facile libertà. Fa però piacere constatare che, venute meno le cause tradizionali della presenza giovanile nella Chiesa, i giovani che ci sono, ci sono per scelta matura e consapevole”.