Natale
Anche la Gendarmeria vaticana, da quest’anno, ha un presepe tutto suo sistemato nella chiesa di San Pellegrino in Vaticano.
Una rappresentazione realizzata dal maestro dei presepi Domenico Bonifacio di Torre del Greco, attento nel disporre l’attenzione di chi guarda nella centralità della natività di Gesù, prima che nelle scene laterali che, nei prossimi anni, potrebbero arricchirsi di nuovi dettagli e particolari.
“La mia è una lettura di fede”, dichiara Bonifacio, raggiunto dal Sir per spiegare il suo ultimo lavoro, dove il Bambinello è disposto sopra un capitello, a simboleggiare la vittoria del cristianesimo sul paganesimo.
Ai fianchi della scena principale, a sinistra si può facilmente notare un gendarme in uniforme storica di fronte ad uno che veste l’attuale uniforme di ordinanza, a simboleggiare il passaggio del testimone in un luogo che richiama la storia pontificia e di Roma: la fontana delle api e porta Sant’Anna.
Alla destra, vicino alla natività, un gendarme in adorazione richiama i tratti del nuovo comandante della guardia pontificia, Gianluca Gauzzi Broccoletti, mentre spostata sulla destra, in un ambiente che richiama la zona di Campo dei Fiori a Roma, si svolge la scena popolare più caratteristica del presepe napoletano, con le pecore e il pastore che si reca verso la natività con in braccio un cesto pieno di prodotti.
Quella di Domenico Bonifacio, sacrista del santuario di Pompei, è una passione per i presepi che nasce da quando era bambino e partecipava nella sua parrocchia ai tavoli che, già da dopo il 2 novembre di ogni anno, si riunivano per ideare e realizzare la natività di Gesù in chiesa.
“Negli anni ho sviluppato il mio senso artistico”, le parole del maestro di Torre del Greco che ha vinto per ben 2 volte il concorso dei presepi nel suo paese, prima di diventare segretario della sezione locale dell’associazione nazionale “Amici del presepe”, con la quale promuove ogni anno la rappresentazione della nascita di Gesù.
“La mia preoccupazione quando realizzo un presepe è commuovere”, la descrizione di Bonifacio che, tra le sue tante opere realizzate durante gli anni, vanta la manifattura di quello che viene definito “Il presepe dei Papi” che, durante il periodo natalizio, viene esposto nella Sala Clementina. Donato a Papa Giovanni Paolo II nel 2003, quando era solo una natività con Gesù, Maria, Giuseppe, l’asino e il bue, in ogni pontificato il presepe si arricchisce di un particolare: sotto Papa Benedetto XVI sono stati aggiunti gli angeli e per Papa Francesco sono arrivati anche i re Magi, il prossimo Papa dovrebbe ricevere gli zampognari.
“L’appello di Papa Francesco sul presepe è stato fondamentale e si è vista la risonanza”, dichiara Domenico Bonifacio, che ha già in programma altre opere in un futuro che potrebbe essere prossimo, uno da sistemare in Cappella Sistina e un altro nei Musei Vaticani: “Il presepe è sempre bello. Il mistero della natività ci commuove”.