Calamità

Maltempo: De Dominicis (Caritas Pescara-Penne), “alcuni danni a mezzi e tetti” ma anche “episodi di solidarietà che ci hanno commosso”

Rientrata l’emergenza maltempo, ora inizia la conta dei danni dopo la violenta grandinata e la bomba d’acqua che ha colpito ieri, 10 luglio, le località che si affacciano sull’Adriatico e, in particolare, la zona di Pescara in Abruzzo.
Anche la Caritas della diocesi di Pescara-Penne si è confrontata con l’Amministrazione comunale di Pescara per gestire questo evento meteorologico che ha gettato nel panico la zona facendo registrare allagamenti e feriti.
Orari straordinari per la “Cittadella dell’accoglienza Giovanni Paolo II” che ha tenuto aperti i battenti anche oltre l’orario previsto per offrire riparo, vitto e alloggio ai senza dimora che si trovano a Pescara. Sono 4 le persone che, vista l’impossibilità di raggiungere o dimorare nei loro abituali spazi negli angoli della città, sono ricorsi alla struttura della Caritas diocesana.
“Non ci sono state particolari criticità ma, a causa della grandine e della pioggia, abbiamo registrato anche noi dei danni a dei mezzi e ai tetti di alcune strutture”, ha dichiarato al Sir Corrado De Dominicis, vicedirettore della Fondazione Caritas, che sottolinea come siano già all’opera i periti e i tecnici della diocesi per quantificare i danni.
Una disgrazia che ha però messo in mostra anche alcuni episodi di solidarietà che, come confessa De Dominicis, “ci hanno commosso”. Uno di questi ci viene raccontato da Alessio Giansante, responsabile del dormitorio: “È stata bellissima la solidarietà spontanea da parte di alcuni senza dimora, ospitati dalla Cittadella dell’accoglienza, che si sono prodigati nel liberare i tombini intasati nella via di accesso alla mensa. Ciò ha permesso a diverse persone di poter consumare un pasto caldo in una situazione di emergenza”.
Un altro episodio simile per le vie della città dove alcuni ragazzi migranti, provenienti dallo Sprar di Pescara, si sono dati da fare con bastoni e a mani nude per liberare dei tombini e facilitare così il deflusso delle acque altrimenti bloccate da rami e foglie.